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Autenticamente vulnerabili

Aggiornamento: 30 gen


Hai mai riflettuto sul fatto che la “vulnerabilità”, cioè essere vulnerabili sia, in realtà, una forza?

Che è tutto il contrario di ciò che ci hanno sempre abituato a credere?


Certo, non è facile pensare in questi termini, perché se andiamo a guardare la definizione di vulnerabilità sul vocabolario troviamo che:

“Vulnerabile è quella condizione in cui si può essere facilmente attaccati, offesi o feriti”

Secondo le ricerche più recenti la dimensione della vulnerabilità è stata rivalutata secondo nuovi scenari e sta assumendo ulteriori significati.


Ci sono studi a riguardo dai quali è emerso che le persone in grado di sentire empaticamente gli altri e quindi costruire relazioni durature, sono quelle che maggiormente accolgono i propri errori, fallimenti, imperfezioni e soprattutto che mettono in evidenza, cioè mostrano senza problemi, le proprie fragilità, finanche quelle emozioni che a volte vengono considerate spiacevoli.


Ma allora, essere vulnerabili, è un problema o no?

Possiamo dire di no anche se, fino a oggi, si è ritenuto che lo fosse.


Il fatto di avere coscienza dei propri difetti, di quegli aspetti che ci rendono imperfetti è la “conditio sine qua non”, per un'attenzione, una cura verso gli altri, per sviluppare quella che i buddisti chiamerebbero “compassione”.

In fondo la vulnerabilità è parte integrante del nostro essere e quindi occupa un posto significativo nella totalità di ciò che siamo.


Meglio non mostrare



Siamo tuttavia cresciuti con la convinzione che mostrare il “fianco” ci avrebbe portato a prendere più facilmente colpi, senza sapere come evitarli.


Stiamo scoprendo che non è così sebbene siamo stati educati a pensarlo.


È possibile disinnescare questo meccanismo cominciando ad accoglierci anche quando non si è perfetti secondo parametri socialmente indotti, dando valore al nostro essere autentici.


Si pensa anche il contrario


Alcune correnti di pensiero guardano alla vulnerabilità come a un limite che deve essere superato per la propria realizzazione!


Però questo modo di vedere e intervenire non risulta molto efficace nel lungo periodo.


Perchè?

Perché se la vulnerabilità, come abbiamo detto, è parte del nostro essere, come possiamo escluderla?!

Il Counseling a tal proposito, propone una modalità inclusiva dove vulnerabilità, imperfezioni e fragilità sono considerate aspetti peculiari, elementi dell'unicità della persona.


“La vulnerabilità è un patrimonio dell’essere umano!”

Made at Home



Quando ti sperimenti, vivi una situazione di debolezza, di fragilità, invece di respingere o razionalizzare l'evento che ti ha generato quel particolare stato d'animo, entraci in relazione.


Prenditi uno spazio personale di almeno dieci minuti e stai a contatto con quella situazione, in particolare con l'emozione che l’ha generata.

Respirala e immergitici in essa.


Mi spiego meglio...

Invece di perderti in un labirinto mentale di spiegazioni iniziando a formulare frasi come: "avrei dovuto fare", "avrei potuto dire", oppure "perché lui si è comportato così", "lei non ha rispettato i patti", chiudi gli occhi, rivivi quella situazione, coltiva lo stato d'animo che l’ha innescata senza ricercare un'analisi razionale.

Solo respira e resta lì.


In questo modo ti stai dando la possibilità di cambiare come vivere quell'evento.


Mentre ripercorri la situazione, infatti, non la giudichi, non la interpreti, ma hai l'opportunità di attraversare il processo, guardarlo sotto altri punti di vista e far sì che quanto sperimentato diventi un dono prezioso nella comprensione di te senza rendere sbagliato niente e nessuno.


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